Le aziende vitivinicole generano elevati quantitativi di reflui (circa 4 litri per ogni litro di vino prodotto) e di scarti solidi (oltre 3 kg per ogni litro di vino prodotto).
Per le aziende vitivinicole la normativa vigente sullo scarico dei reflui enologici costituisce un forte vincolo alla realizzazione di moderni impianti di vinificazione, in quanto l’elevato costo di realizzazione e gestione dei sistemi depurativi convenzionali costituisce un fattore limitante della filiera produttiva soprattutto per le piccole e medie cantine. Il sistema di trattamento è costituito, nella quasi totalità delle cantine del territorio siciliano ed in particolare di quello etneo, da una sedimentazione primaria (fossa Imhoff) con successivo smaltimento nel suolo che risulta spesso insufficiente al raggiungimento dei limiti normativi; per tale ragione è sempre più pressante la necessità di integrarla con sistemi di trattamento che siano sostenibili sia dal punto di vista economico che ambientale.
L’adozione di soluzioni basate sulla natura, quale la fitodepurazione, per il trattamento delle acque reflue enologiche può apportare alle aziende che adottano tali sistemi un grande vantaggio in termini di sostenibilità ambientale e di riduzione dell’impronta idrica della filiera vitivinicola, con rilevanti benefici di tipo economico e un significativo ritorno di immagine.
Il 12 luglio 2024,presso l'azienda Al-Cantàra, Di3A, CSEI Catania, con il patrocinio del Parco Fluviale dell’Alcantara, dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Catania e dell’Associazione Italiana Architettura del Paesaggio AIAPP – Sez. Sicilia, organizzano un seminario che ha l’obiettivo di presentare il sistema di fitodepurazione realizzato presso l’azienda Al-Cantàra (Randazzo, Catania) nell’ambito del progetto di ricerca e di trasferimento tecnologico VitEtna finanziato dalla Misura 16.1 del PSR Sicilia 2014/22.